Settimo chakra Sahasrara
Sahasrara: colore e forma del chakra
Il colore associato a Sahasrara è il bianco, che racchiude in sé tutti i colori. Il chakra è situato al vertice della testa e non è legato a nessun senso fisico.
L’organo corrispondente è la ghiandola pineale o epifisi.
Sahasrara: significato del chakra
Sahasrara in sanscrito significa “dai mille petali”: è infatti rappresentato come uno splendente fiore di loto con mille petali, sui quali sono scritte tutte le lettere dell’alfabeto sanscrito ripetute venti volte.
Le funzioni principali del settimo chakra sono la comprensione, la transcendenza, il pensiero e la volontà spirituale.
La parola chiave associata è Io So.
Sahasrara rappresenta il punto di arrivo del viaggio intrapreso a partire da Muladhara, che mette in connessione l’essere umano dalla Madre Terra al divino. Secondo il principio dell’ermetismo “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto”, allo stesso modo i sei chakra inferiori si riflettono tutti nel settimo, anche detto “chakra della corona”. Il settimo chakra è in relazione alla fonte dell’energia pura e universale e corrisponde alla comprensione dei misteri della nascita e della morte: in esso si trova il canale dell’Illuminazione, della Verità e della Realizzazione, una limpida corrente che pulisce in profondità e fa emergere saggezza, compassione e forza vitale.
Con l’energia di Sahasrara siamo così in grado di partire da una conoscenza oggettuale e arrivare a una conoscenza trascendentale: mentre aumenta la profondità di comprensione, diminuisce la necessità di rappresentazione, da osservatori diventiamo l’osservazione stessa e ci trasformiamo in pensiero puro. Quando il settimo chakra è equilibrato, raggiungiamo il livello più alto della coscienza, siamo capaci di trascendere il dualismo e la separazione tra interno ed esterno, microcosmo e macrocosmo e di lasciare che le cose accadano attraverso di noi.
Sahasrara: disequilibrio del chakra
Il funzionamento disarmonico di Sahasrara può portare a mal di testa, confusione mentale, fobie e psicosi di vario genere, ma non ci sono patologie specifiche legate a questo centro energetico, che può essere più o meno sviluppato in relazione al cammino spirituale dell’individuo. L’energia che elabora è intensa e potente e ha effetti su tutti i tessuti e le funzioni dell’organismo.
In caso di chiusura o funzionamento insufficiente, dal punto di vista psicologico si può riscontrare attaccamento alle cose terrene, rigidità, insoddisfazione e superficialità. L’individuo è scollegato dalla percezione dell’esistenza eterna e dal potere della vita e temerà la morte come il nulla e la fine. Soprattutto sentirà di non aver il diritto di conoscere, imparare ed evolvere, restando separato dal Tutto e dall’Unità.
Sahasrara: come riequilibrare il chakra
Per sviluppare e riequilibrare il settimo chakra, non ci sono soluzioni semplici, ma si parte da una scelta profonda: si può iniziare a prendere un primo contatto con la propria spiritualità in molti modi, ad esempio con una meditazione potenziata da cristalli di rocca (la pietra per eccellenza per questo chakra), che si possono tenere in mano o disporre in cerchio intorno al corpo, con le punte rivolte verso il centro. Scaricare e risciacquare le pietre sotto l’acqua fredda dopo l’uso.
Le pietre correlate al settimo chakra sono: ametista, calcite trasparente, cristallo di rocca, diamante, fluorite, labradorite, moldavite, pietra di luna.
Esistono anche suoni abbinati ai chakra che possono anche essere usati come accompagnamento per la meditazione e/o per eseguire un massaggio delicatissimo e circolare in senso orario (sulla testa) con 20 ml di olio di sesamo e poche gocce di olii essenziali specifici per il settimo chakra.
Gli oli essenziali correlati al settimo chakra sono: olio essenziale di incenso, olio essenziale di mirra, olio essenziale di vetiver.
E’ ottima anche la cromoterapia.