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Memorie delle altre incarnazioni e l’incarnazione dell’anima nel corpo fisico

La vita è un viaggio attraverso la gioia e il dolore, l’amore e l’odio, la libertà e la schiavitù, la forza e la debolezza, la luce e le tenebre. L’uomo ha il dovere di chiedersi il perché e indagare sul fine della propria esistenza, anche se non potrà comprendere il perché della Vita Universale.

A. Voldben

I bambini perché sono giovane vite, possano essere influenzati negativamente dal mondo esterno e quindi crearsi un’opinione errata di quello che noi chiamiamo “realtà” e che, invece, rappresenta la vita fisica attraverso la quale le anime che scendono nel tempo, nel mondo, possono compiere la loro missione, la loro esperienza di vita.  I bambini sono esseri intelligenti e sono pieni di comprensione e capacità che, a volte, non riescono a esprimere, in altre parole non riescono a parlare per mancanza degli strumenti utili a esprimersi. Il loro pensiero è profondo e capiscono molto bene ciò che si dice loro, ma la capacità fisica, (parlo di neonati)  impedisce loro di comunicare. Rielaborano, però, tutte le informazioni che ricevono dall’ambiente esterno attraverso le emozioni che provano, facendosi un’idea propria del mondo esterno. Da neonati e fino all’anno di età il loro pensiero è ben saldo e sono consapevoli della vita e del percorso vitale che hanno scelto di percorrere. Emozioni e ricordi, ma soprattutto i ricordi impressi in noi, nella nostra memoria, possono farci capire la realtà che ci circonda, soprattutto quando riusciamo a dare una giusta collocazione all’esperienza che stiamo vivendo in un determinato momento. Molti bambini hanno ricordi dei loro primi anni di vita. Tanti dimenticano, altri no! Anche quelli che dimenticano, lo fanno solo apparentemente perché ognuno racchiude dentro di sé ogni informazione, anche se, a volte, rimane soltanto a livello inconscio. Con il passare del tempo permangono a livello cosciente, spesso, solo i ricordi legati a esperienze particolarmente cariche di emozioni sia in senso positivo sia in negativo.  Il bambino o meglio l’anima che scende nell’ambiente terreno, ambiente di evoluzione e anche di costrizione, entra nella vita nell’attimo del concepimento e da quel momento ha il compito di seguire la propria gestazione, si dispone davanti alla madre e segue il proprio movimento vitale rielaborando le energie necessarie alla costruzione del proprio complesso fisico. Ciò rappresenta la prima fatica che l’anima compie per costruire il corpo o il complesso vitale in cui dovrà incarnarsi nel momento del parto, della nascita.

Sin dal primo momento, dall’attimo del concepimento, l’anima si trova in un luogo costretto rispetto all’ambiente di libertà dove prima viveva, porta con sé la consapevolezza della fatica che deve compiere nel tempo e si prepara ad affrontare la vita terrena, il nuovo modo di vivere. In sostanza, avviene un trapasso da una dimensione spirituale a una fisica, un cambiamento di condizioni vitali che portano l’anima ad affrontare il disagio dell’incarnazione nella propria prigione, prigione che consente all’anima di poter compiere nel tempo la sua missione, il suo percorso evolutivo, attraverso lo stesso corpo che l’anima ha contribuito a costruire adoperando le energie che Dio le ha concesso. Questo succede quando l’anima è consapevole del suo cammino, altrimenti l’evoluzione, attraverso l’incarnazione, può essere imposta, per un moto di progresso e di misericordia, dall’Eterno.

Rimane il fatto, comunque, che già in questa prima fase d’ingresso nel mondo, l’anima comincia a prendere contatto col proprio mondo emozionale legato al movimento vitale e fisico che si sta attuando. Il solo fatto, da parte dei genitori, di desiderare un maschio piuttosto che una femmina o viceversa, può essere vissuto come un rifiuto oppure come un ostacolo alla propria espressione fisica e all’accettazione di se stessi. L’anima ha già deciso il sesso nel momento in cui le è stata concessa la possibilità di continuare il moto evolutivo e ha già stabilito le esperienze necessarie alla sua crescita evolutiva. Il primo passo che deve compiere è quello di legare il proprio movimento al nucleo familiare prescelto e fondersi con i suoi membri che in questo caso rappresentano il “comitato di accoglienza” dell’anima. Più l’accoglienza è colma di amore, più l’anima si sente accettata e amata; se invece il desiderio dei genitori è in contrasto con le scelte fatte, può permanere la sensazione di difficoltà nel farsi accettare.

Per tutto il periodo della gestazione, le emozioni che sono vissute di riflesso attraverso l’ambiente e i componenti del nucleo familiare determinano, attraverso i loro stati d’animo, un primo involontario condizionamento emotivo. L’anima vibra ed è sensibile alla più piccola disarmonia che crea scompiglio, anche perché la fase delicata della gestazione rappresenta una fatica non indifferente ed è molto impegnativa. Con l’incarnazione, l’anima inizia il suo viaggio nell’esperienza terrena, si trova avvolta dalla materia e comincia a sentirne tutto il disagio fisico e psicologico, anche se ben conosce il suo cammino ed è consapevole del perché si trova in quella condizione. Da questo momento, avendo cambiato stadio, deve adattarsi al nuovo stato fisico e abituarsi a percepire la materia come parte integrante della sua persona. Il pensiero rimane, però, attivo e l’anima, attraverso di esso, comincia a esprimere se stessa e a cercare di capire come vivere nel complesso vitale.

In questa prima fase il pensiero continua a rielaborare gli avvenimenti e i cambiamenti che intervengono di volta in volta, mentre la mente registra ogni  informazione legata, spesso, allo stato emozionale che sta vivendo, per raccogliere il materiale sufficiente che le permetterà di capire in che modo vivere la propria vita materiale. L’anima, però, anche se ha vissuto per molte vite nelle incarnazioni precedenti, è di nuovo alle prese con il compito di abitare un corpo che ha delle necessità fisiche che vengono avanti, poiché gli stimoli, come la fame, la sete, il dolore, sono molto intensi dato che la materia deve procedere nel suo programma di crescita. Vivendo s’immerge nella vita e, piano piano, il ricordo di tutte le incarnazioni precedenti si dissolve, anche se rimane presente nell’anima, a livello inconscio, lo scopo dell’attuale incarnazione con la consapevolezza del cammino da percorrere.

Verso l’anno di età, la Legge di Oblio avvolge completamente l’anima, e i ricordi precedenti la nascita cominciano a indebolirsi fino a scomparire definitivamente negli anni seguenti. Alcune volte, però, e per Volontà Divina, alcuni di questi ricordi permangono a livello cosciente e attraverso di essi l’anima può legarsi a movimenti precedenti per raccogliere un insegnamento per sé o per altri, o semplicemente avere la consapevolezza di un legame più profondo con la vita. Questi ricordi sono molto importanti, tutti noi ne abbiamo, ma li dimentichiamo attraverso la Legge di Oblio che per Misericordia Divina, ci protegge da influenze negative passate che potrebbero di nuovo deviarci dal cammino oppure dall’avere attaccamenti che ci impedirebbero di proseguire sulla via, magari faticosa, che dobbiamo percorrere nel moto presente.

Dimenticare chi siamo ci permette di affrontare la vita in maniera più gioiosa e non sapere le tappe dolorose della nostra crescita fa sì che possiamo viverla senza angosce verso il futuro. Solo con la forza dell’amore possiamo realizzare noi stessi e compiere il nostro compito in sintonia con le Leggi Divine, accettando la vita come meravigliosa opportunità offertaci da Dio per raggiungere la consapevolezza della nostra origine divina e, attraverso di essa, imparare l’amore.

Considera dietro e dinanzi a te l’abisso infinito del tempo.
La tua esistenza terrena è un punto, appena visibile, un puntino nell’immenso fluire delle epoche, un istante fra secoli e millenni che passano e si rinnovano; simile a un lampo che illumina e si spegne in un attimo, nel decorso di miliardi di anni, durante i quali civiltà sorgono e scompaiono, nella vicenda dei tempi.

Dal libro “La Coppa d’Oro” di A. Voldben

Com’è stato detto precedentemente, a volte la Legge di Oblio non cancella completamente il ricordo ma, qua e là, possono permanere dei frammenti, dei flash di vari momenti legati a vite passate. Molti bambini dicono di ricordare avvenimenti passati, ma non vengono quasi mai creduti o comunque presi sul serio poiché si pensa, a livello generale, che la reincarnazione sia solo legata all’Oriente e alle sue pratiche. Si accetta solo se associata ad altri mondi o contesti sociali diversi dal nostro, dove tutto è lontano e non può dare risposte adattabili al nostro contesto di vita. Solo in questi ultimi anni si è cominciata ad accettare la reincarnazione o a volte, a tollerarla come possibile risposta alle mille domande che, naturalmente, ogni individuo si pone sul perché della vita e del suo scorrere. Già molti secoli fa i grandi filosofi del passato avevano preso in considerazione questa possibilità, tra cui Pitagora il quale parlava di metempsicosi, trasmigrazione di anime. Per giungere ad avvenimenti più recenti, si può trovare anche nei Vangeli qualche riferimento a questa possibilità.

A volte il ricordo di avvenimenti passati, come già abbiamo detto, non si oscura ma permane, nonostante lo scorrere del tempo. Molti ricordano gli avvenimenti passati. L’anima che si appresta alla vita reca con sé il bagaglio di esperienza che ha accumulato nei vari stadi del suo esistere ed è consapevole di tutto ciò che può compiere per migliorarsi e percorrere la via scelta. Molti di voi hanno potuto avere percezioni e fenomeni definiti paranormali che non abbiamo potuto capire subito per mancanza di risposte adeguate e conoscenze adatte da parte dei nostri educatori che, a loro volta, non le hanno ricevute dai responsabili della loro educazione. Si tratta, tuttavia, di stabilire come si possa interpretare il ricordo se esso non è riconosciuto come realtà, ma come estratto dalla stessa, e diviso, annullato dagli adulti che non lo comprendono o che hanno dimenticato di averlo vissuto a loro volta durante l’infanzia.

Per i bambini la realtà esiste in ogni esperienza che permette loro di sperimentare la vita, i confini tra il sogno o la realtà, per esempio, non sono distinti, ma rimangono esperienze vissute nella convinzione che siano in entrambi i casi realtà. Molti mantengono nella memoria tanti ricordi legati ai primi mesi di vita, alle sensazioni fisiche e anche a situazioni emozionali che fanno capire come il mondo emozionale possa influenzare, in modo a volte negativo, il nostro giudizio sul mondo esterno e sulla vita in generale.  I ricordi sono importanti e tutti noi ne abbiamo, li dimentichiamo, in parte per la Legge di Oblio e in parte perché siamo impegnati e concentrati sulla vita fisica che, attraverso gli stimoli strettamente legati alla materia, ci ancora a un solo aspetto del nostro vivere, facendoci dimenticare chi siamo.

L’anima incarnata porta con sé ogni frammento del suo passato e una volta entrata nella materia, mantiene in vita il corpo, irradiando su di esso tutte le energie necessarie per il compimento della propria esistenza terrena, si fonde e compenetra la materia stessa portando in essa le imperfezioni e gli stessi egoismi che non è riuscita a superare in altre vite, quindi nasce nel mondo imperfetta, con il solo scopo di progredire e liberarsi anche dei debiti accumulati verso le altre individualità a cui ha nuociuto precedentemente, volontariamente o meno. Ciò che però, l’anima è riuscita a ottenere come frutto delle fatiche precedenti, bagaglio positivo di esperienze e maturità spirituale, rimane comunque come capacità acquisita, senza dover essere ancora capita e valutata. In sostanza, a ogni inizio di vita, si prosegue nel cammino dal punto in cui si era lasciato in precedenza, secondo una Legge di Progresso che non permette tornare indietro.

Noi portiamo nella nostra vita, a livello inconscio, tutto ciò che siamo, ossia la somma di tutti i nostri movimenti evolutivi precedenti, con le capacità che abbiamo acquisito di vita in vita e con tutte le imperfezioni che ancora dobbiamo correggere attraverso l’esperienza in corso. Ognuno scende nella vita con dei compiti da portare a termine, una propria missione segnata e prestabilita da ciò che possiamo chiamare karma o, se vogliamo un termine più occidentale, “destino”.

Alcuni ricordi precedenti permangono a livello cosciente, mentre tutto quello che deve essere celato attraverso la Legge di Oblio è dimenticato, anche se la nostra anima ha racchiuso in sé ogni più piccolo frammento delle nostre esistenze e ne conosce ogni aspetto. Quando rinasciamo in un altro corpo per un’altra occasione di vita, a volte non riusciamo subito ad ambientarci ed è necessario un certo periodo di adattamento al nuovo ambiente acquisito. Potremmo paragonarlo al disagio di un trasloco e in effetti, sotto vari aspetti, potrebbe anche esserlo! Quando cambiamo casa, portiamo con noi i nostri mobili, le nostre suppellettili, le nostre stoviglie e ciò che possedevamo nella casa precedente, adattandoli, però, al nuovo ambiente. Non tutto è tenuto, alcune cose sono buttate perché non conformi alla nuova casa, altre sono sostituite, altre ancore introdotte inserendo elementi più idonei alla nuova dimora. In questo trambusto di modifiche, anche se i mobili, i valori sono sempre i nostri, cambia lo stato di fatto in cui si trovano e in un primo momento potremmo sentirci disorientati, senza punti di riferimento, incapaci di riconoscere lo spazio ma, man mano che il tempo scorre, giorno dopo giorno, impariamo a muoverci dentro la nuova dimora e a conoscerne i confini, accettandola e amandola come casa nostra. Pian piano ci dimentichiamo dell’altra condizione e ci immergiamo nella vita, valutando di volta in volta ogni situazione che stiamo vivendo, facendo tesoro delle esperienze che così ci insegnano a vivere. La Legge di Oblio, in questo caso, ci protegge da influenze passate che potrebbero risvegliare in noi emozioni negative che ci impedirebbero, attraverso il condizionamento e l’attaccamento passato, a valutare gli avvenimenti in modo chiaro e obiettivo.

Il pensiero è determinante per rielaborare tutte le informazioni che il bambino riceve dall’ambiente in cui vive ma, oltre a ciò, ognuno ha la sua sensibilità e la maturità spirituale necessaria ad affrontare il proprio karma. Non a caso si nasce in una famiglia piuttosto che in un’altra, in diverse condizioni sia fisiche sia spirituali o materiali, a seconda della necessità di esperienza che l’anima deve compiere durante il suo percorso terreno. La famiglia, in questa situazione, rappresenta il luogo essenziale e primario, dove l’anima forgia la propria personalità umana nella sua dimensione sociale e individuale.

Ogni anima raggiunge il proprio ambiente vitale già dall’attimo del concepimento e da quel momento entra a far parte del contesto familiare precedentemente richiesto dalla “Legge” o da Essa imposto come moto di evoluzione. Ogni esperienza vissuta all’interno della famiglia rappresenta una vasta gamma di possibilità di crescita e di rielaborazione della personalità spirituale, affinché l’anima possa comprendere gli errori del passato e porvi rimedio. Più l’ambiente, la famiglia, sono accoglienti e attenti ai bisogni spirituali, più l’anima sarà forte nel sapere affrontare le difficoltà che nella vita si presenteranno.

La famiglia in questo modo rappresenta la prima impostazione sociale di vita, cui succederà, al giusto tempo, con la maturità adulta, l’ingresso nella società quindi nel mondo. Se la famiglia non è in grado di dare le basi per un vivere in armonia con le Leggi Divine di Amore, l’anima dovrà cercarle nel proprio sé, o rielaborarle attraverso le esperienze negative e le cadute che necessariamente dovrà avere nel corso della vita. Talvolta, quando le basi sussistono, potrebbe accadere che la capacità evolutiva dell’anima non sia in grado di riconoscerle e, quindi, sarà costretta anch’essa ad avere esperienze che la portano a valutare quale sia lo scopo della vita. A ogni modo, più l’ambiente è armonico, più soccorso e sostegno ricevono i figli, più ne beneficia l’intera società.  Insegnare ai figli il rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni e in tutte le sue diversità, serve a creare nel mondo un posto decente dove poter vivere in armonia con tutti, far comprendere ai genitori che i loro figli sono entità entrate nell’ambiente familiare per completare il nucleo e crescere nell’amore, significa accettare la vita a un livello più profondo con la consapevolezza del vero significato della nostra presenza sulla Terra e del perché del nostro “esserci”.

I figli di oggi saranno un domani, genitori a loro volta di altri figli che avranno la necessità di essere guidati armonicamente nel loro passaggio terreno, per essere, a loro volta, di aiuto ad altri, in un’unica catena di amore e di fraternità che si trasmette da uno all’altro e che nutre gli spiriti di tutti. Sin dai primi attimi dell’incarnazione, ognuno di noi è assistito e aiutato nel compito di adattamento alla nuova dimensione. Più il bambino è piccolo, più è legato all’ambiente astrale da cui riceve soccorsi continui. Lo stacco dall’astrale non è mai assoluto, avviene in modo graduale per permettere all’anima un inserimento dolce nella costrizione fisica del trapasso nella materia, dove l’anima dovrà imparare a convivere all’interno di determinati confini, primo fra tutti quello fisico.

Capita molto spesso di sentire dei bambini che giocano con amici immaginari o ci parlano di posti in cui sono andati o da dove provengono, ma per la maggior parte delle volte pensiamo davvero che tali affermazioni siano frutto di una fantasia molto vivida.  Quando l’anima s’incarna, entrando nella materia perde la percezione di gran parte delle energie sottili che avvolgono tutto ciò che esiste e, avvolta dalla materia, non riesce a percepire se non quello che le serve per vivere la sua vita. Ogni anima è potenzialmente capace di qualsiasi percezione e alcune di esse sono tradotte sul piano fisico come sensazioni o, se preferiamo chiamarle in altro modo, potremmo parlare di percezioni extrasensoriali o premonizioni, sebbene non sempre la percezione sia raccolta a un livello cosciente. Sostenere che certe realtà o potenzialità non esistono è come affermare di conoscere ogni aspetto della vita e saperla interpretare dando una risposta a tutti i quesiti possibili e immaginabili che la mente umana possa proporre.