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- 1 Chi e quando è giusto aiutare. Motivi e principi per aiutare gli altri da una prospettiva spirituale
Chi e quando è giusto aiutare. Motivi e principi per aiutare gli altri da una prospettiva spirituale
Nella nostra società è consuetudine aiutare chi soffre, i malati, gli anziani. Il sentimento di compassione, gentilezza, generosità viene educato fin dall’infanzia, mentre l’insensibilità e l’indifferenza sono condannate.
E in questo tema vediamo ancora una volta la manifestazione della dualità: bene – male, uno si oppone all’altro.
Per questo motivo, molte persone mettono il dovere sociale al di sopra dei loro desideri e bisogni, non realizzano le loro motivazioni interiori per aiutare gli altri.
È un bene se c’è un desiderio sincero di aiutare, ma cosa succede se non voglio o non posso aiutare in questo momento? Se non aiuto, cosa penserà la gente? Cosa dovrei fare?
In questo articolo prenderemo in considerazione tre principi per aiutare gli altri, rispettando i quali sarete in grado di aiutare senza pregiudizi per voi stessi.
Tre principi per aiutare gli altri
Principio n. 1 – Desiderio sincero
Aiutate chi vedete, chi conoscete, chi vi sta di fronte.
Oggi sono molto comuni i casi di frode, quando su Internet, nei social network, si scrivono, si postano foto di bambini malati. Le persone aiutano senza sapere se è vero o no. Si lasciano coinvolgere dove non è necessario.
Aiutate chi volete aiutare, non per senso del dovere o di colpa. Rendetevi conto di cosa c’è dietro il vostro movente.
Se è nella vostra linea di vista diretta e avete il desiderio di aiutare, aiutate.
Principio n. 2 – Riempimento
Se nel vostro ambiente c’è un bambino disabile o state passando accanto a una nonna sulle strisce pedonali, aiutate. Ma a una condizione: se ne avete l’opportunità.
Molte persone aiutano quando non ne hanno la possibilità. Danno a scapito di se stessi.
Se avete soddisfatto tutti i vostri bisogni primari, se vi concedete varie inezie, gioie, risparmiate un po’ di soldi per creare un cuscinetto di sicurezza, e dopo se avete ancora soldi, allora aiutate.
Il principio è aiutare dalla pienezza, dalla ricchezza, dall’abbondanza. Ma nella maggior parte dei casi non è così che funziona.
Se si scava più a fondo, si scopre che per adempiere al proprio dovere sociale si viola se stessi, si toglie a se stessi l’ultimo pezzo di pane.
Principio n. 3 – Dare e dimenticare
Un altro principio per aiutare gli altri è quello di aiutare senza aspettarsi gratitudine o contraccambio.
Chi aiutate non vi deve nulla. Aiutate quando avete un bisogno interiore di farlo, senza aspettarvi nulla in cambio.
L’aiuto è quando si dà e si dimentica. Ci sono altri nomi per tutto il resto, ma non “aiuto”.
Si aiuta quando si ha la capacità e il desiderio di farlo.
Se si dà, non si vuole aiutare
Ci sono momenti in cui qualcuno vi chiede aiuto e voi non ve la sentite di dare. La prima legge cosmica suona come la legge dello scambio equo di energia, con la parola chiave “equo”.
Prima si dà e poi si riceve, ma non si dà solo denaro, ma anche energia e gratitudine.
Cosa succede quando si dà, si dà e non si riceve nulla in cambio? Coloro che avete aiutato si aspettano che voi li aiutiate. E se smettete di dare a loro, iniziano a pretendere, a giudicarvi.
Dietro ogni azione ci sono sempre dei motivi. Identificate le motivazioni che vi spingono ad aiutare. Se non riuscite a determinarle subito, scrivetele e “camminate” con esse. L’Universo risponderà sicuramente con segnali, informazioni.
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Leggete per capire le ragioni per cui state sacrificando il vostro tempo e le vostre risorse e come interrompere questo comportamento.
Se vi è stato tolto più di quello che eravate disposti a dare
A volte può sembrare che vi sia stato tolto più di quanto siate disposti a dare. In questo caso, alzate un muro duro, per non rimanere nella perdita.
Se qualcuno vicino a voi inizia a manipolarvi, non rispondete a manipolazioni come “Non sei mia figlia se non fai questo e quello”. Concordate con vostra madre, ma non assecondatela.
Se i genitori anziani sono manipolatori, accettateli per quello che sono. Non hanno più bisogno di essere illuminati. Hanno svolto la loro funzione nel mondo: vi hanno messo al mondo, vi hanno cresciuto, vi hanno fatto uscire nel mondo.
Una volta fatto questo, il passo successivo è molto semplice. Se vi va bene, continuate a comunicare, se non vi va bene, dite loro che smetterete di comunicare. Quando accetterete la famiglia, la situazione, questa decisione vi darà la libertà che ora vi manca.
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Se non si abbandona la sensazione di essere sempre in debito
Ci sono sempre due facce della medaglia. Se non dovete niente a nessuno, nessuno vi deve niente.
Non vi deve nulla il governo, non vi deve nulla vostro marito, i vostri figli, non vi devono nulla le persone con cui provate rancore. Se accettate questo, allora vi libererete della sensazione di essere in debito con voi stessi.
Se c’è una parte, guardate sempre l’altra parte. E allora non ci sarà alcun disaccordo all’interno.
Se pensate che tutti siano in debito, cercate di capire dove pensate che siano in debito. Osservate le motivazioni che vi spingono a questo.
Aiutate sempre gli altri per soddisfazione e di vostra volontà?
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